San Marco d’Alunzio è un suggestivo borgo medievale situato sui monti Nebrodi, in provincia di Messina, Sicilia. Conosciuto per il suo straordinario patrimonio storico e artistico, offre un panorama mozzafiato che spazia dal Mar Tirreno alle Isole Eolie.
Le sue viuzze acciottolate, le chiese antiche e i resti del castello normanno raccontano secoli di storia, influenzati da greci, romani, bizantini e normanni. È un luogo ricco di fascino, dove cultura, natura e tradizione si fondono in un’esperienza autentica e suggestiva.
Il Museo Normanno-Bizantino si trova a San Marco d’Alunzio, nell’ex Monastero delle Benedettine del XVI secolo. Restaurato e aperto nel 1997, è diviso in tre sezioni:
Archeologica: espone oggetti romani, iscrizioni antiche e reperti da necropoli;
Arti bizantino-normanne: conserva affreschi e dipinti provenienti da antiche chiese locali;
Medioevo nei Nebrodi: mostra oggetti, immagini e monete che raccontano la vita e l’arte del territorio tra il V e il XV secolo.
Fuori dal museo, inoltre, si possono vedere antiche cisterne e un mosaico romano, illuminati e visitabili.
Il Tempio greco di Ercole, risalente al IV secolo a.C., è una delle più importanti testimonianze dell’architettura classica nel messinese.
Sito su un gradone roccioso prospiciente l’abitato di San Marco d’Alunzio, il Tempio probabilmente veniva utilizzato per attività sportive collegate al culto di Ercole. In epoca normanna fu convertito in chiesa cristiana dedicata a San Marco Evangelista e ricoprì il ruolo di Matrice fino al XVI secolo. Agli inizi del 1600, l’edificio subì l’influenza barocca e il portale fu arricchito di fregi e decorazioni marmoree. Successivamente è stato abbandonato a sé stesso e, addirittura, nel XIX secolo, defraudato dei propri blocchi costruttivi, impiegati per altre costruzioni.
In cima a Monte Rotondo, nella parte più alta di San Marco d’Alunzio trovano spazio i ruderi dell’antico Castello Normanno, fatto costruire da Roberto il Guiscardo a partire dal 1061 sui resti di un castello preesistente.
Per la posizione particolarmente strategica, il Castello venne utilizzato come avamposto militare di primaria importanza da cui controllare e dominare la costa tirrenica che va da Cefalù a Capo d’Orlando fino alle Isole Eolie.
A partire dal 1090, come documentato da numerose pergamene, il Castello divenne residenza degli Altavilla, in particolare di Adelasia, terza moglie del re Ruggero, nonché madre e reggente di Ruggero II.